Confirmation Bias

Ida Di Bernardo
3 min readJul 4, 2021

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Definizione: la tendenza a ricercare le informazioni che confermano le proprie convinzioni esistenti o atteggiamenti.

Si tratta di uno dei pregiudizi più studiati dalla psicologia cognitiva perché non risparmia nessuno: sebbene vi siano differenze individuali, sembra che nessuno ne sia esente indipendentemente da fattori quali intelligenza o apertura mentale. Tutti noi tendiamo a cercare prove ed evidenze a sostegno delle nostre convinzioni e a rigettare quelle contrarie ad esse.

Lo psicologo Daniel Kahneman parla del Confirmation Bias nel suo libro “Pensieri lenti e veloci”, nel quale scrive:

Contrariamente alle regole di filosofi della scienza, i quali consigliano di verificare un’ipotesi provando a confutarla, le persone (e molto spesso anche gli scienziati) cercano dati che siano compatibili con le loro credenze del momento. L’inclinazione alla conferma del sistema 1 [quello intuitivo] induce la gente ad accettare acriticamente ipotesi e a esagerare le probabilità che si verifichino eventi estremi e improbabili.”

Un’ipotesi sul perché cerchiamo di confermare le nostre credenze l’hanno fatta gli psicologi Hugo Mercier e Dan Sperber, i quali hanno sostenuto che, purtroppo, la tendenza alla conferma risiede nel Sistema 2, cioè proprio nel cuore del ragionamento umano. Essa è dovuta, secondo loro, alla necessità di argomentare per comunicare con altri, e dunque nella volontà di affermare se stessi in un confronto dialettico.

Esempi

Ecco alcuni degli svantaggi del pregiudizio di conferma: nell’ambiente sociale il confirmation bias ostacola la valutazione pubblica di opinioni e argomenti, favorendo la propaganda politica, la scarsa credibilità dei mass media e il disprezzo per l’opinione degli esperti. Esso favorisce la polarizzazione e manipolazione delle opinioni e legittima il conformismo sociale. Inoltre il confirmation bias è uno dei maggiori ostacoli per la ricerca scientifica. Infatti lo psicologo Peter Wason, nel corso di un esperimento, si rese conto che le persone, di fronte a un’ipotesi da verificare, invece di cercare di falsificarla tendono a confermarla.

Un trattato scientifico molto interessante sull’argomento è stato successivamente pubblicato da Raymond S. Nickerson nel 1998 sulla rivista Review of General Psychology con il titolo “Confirmation Bias: An Ubiquitous Phenomenon in Many Guises”.

Implicazioni del confirmation bias

Il bias di conferma negli anni ha subito un’evoluzione o quanto meno hanno subito un’evoluzione (in termini di portata) gli effetti che questo pregiudizio cognitivo porta con sé, specie considerando il contesto in cui viviamo, sempre più “social” dal punto di vista digitale. Recenti studi scientifici hanno individuato una relazione tra alcuni pregiudizi cognitivi e la sfera emozionale della disinformazione, concludendo che il bias di conferma è tra i pregiudizi mentali che rendono gli individui più inclini all’influenza dei contenuti fake e che giocano un ruolo cruciale nella loro diffusione.

La cosiddetta “bolla di filtraggio” (in inglese “filter bubble effect”) è un altro esempio di fenomeno social che amplifica e facilita la nostra tendenza cognitiva verso il bias di conferma.

Il termine è stato coniato dall’attivista di Internet Eli Pariser per descrivere l’isolamento intellettuale che può verificarsi quando i siti web e i social network utilizzano algoritmi per prevedere le informazioni che un utente vorrebbe vedere e quindi fornire informazioni all’utente in base a questa previsione.

Ciò significa che è più probabile che tali reti ci forniscano i contenuti che preferiamo, escludendo i contenuti che i nostri modelli di navigazione hanno mostrato essere contrari alle nostre preferenze. Normalmente preferiamo contenuti che confermano le nostre convinzioni perché richiedono una riflessione meno critica e, pertanto, i filtri a bolle favoriscono la diffusione le informazioni che confermano le opzioni esistenti escludendo le evidenze diverse o contrarie.

Come conseguenza di questo processo, gli utenti tendono sempre più ad aggregarsi in comunità di interesse piuttosto chiuse che grazie ad un costante rinforzo, favoriscono la segregazione e la polarizzazione. Tutto ciò a discapito della qualità delle informazioni e incrementando la proliferazione di narrazioni distorte fomentate da voci infondate, sfiducia e paranoia.

Approfondimenti

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Ida Di Bernardo

User Experience e Service Designer. Ha un particolare interesse per l'intelligenza artificiale, le interfacce vocali e il design strategico.